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Dalle stampe alle foto

articolo di Silvia Silvestri pubblicato su l'Informatore - marzo 2004

 

La cerimonia d'inaugurazione dello Stabilimento Giacomo Brogi al numero 15 del Lungarno delle Grazie vide una grande partecipazione della stampa, non solo italiana ma anche estera; costruito appositamente come stabilimento fotografico, ad oggi mantiene l'affresco di uno dei saloni del piano terra raffigurante degli amorini che si fotografano, la bella scalinata in marmo di Carrara con mosaici di marmi colorati sui due pianerottoli a comporre le scritte "Luce ed Arte", a metà scala un lampadario a gas, mentre le ringhiere con motivi floreali riportano le iniziali G. B. - Giacomo Brogi.

Nato nel 1822, inizia a lavorare all'età di undici anni presso l'editore Batelli, in seguito è al servizio come ritoccatore del calcografo Achille Paris e dopo il 1846 lavora principalmente su commissione del calcografo Luigi Bardi. Iniziata un'attività in proprio stampando indirizzi, etichette e stemmi, Brogi acquista una certa notorietà a Firenze.
Intorno al 1856 inizia ad interessarsi alle possibilità che offriva una tecnica che stava allora facendosi strada, quella fotografica, che gli avrebbe permesso di riprodurre le stampe che aveva accuratamente collezionato negli anni di lavoro come ritoccatore, e in generale tutte quelle opere d'arte le cui riproduzioni, era sicuro, avrebbero avuto un grande smercio presso appassionati, studiosi e turisti.
Nel 1864 sposta lo stabilimento in Corso Tintori; prima di questa data abbiamo già notizie sulla sua attività come fotografo alla famosa Esposizione Italiana tenuta a Firenze nel 1861, dove presentò alcune "Fotografie naturali e colorite di quattro grandezze".

Ritratto di donna - Autocromia - lastra 12x9cm. - anteriore al 1913.

Le campagne fotografiche dello Stabilimento coprirono buona parte del territorio italiano, riportando fotografie di vedute, dei costumi regionali e di opere d'arte, fornendo così immagini all'editoria che stava via via sostituendo l'incisione con la fotografia.
Oltre alla funzione puramente documentaristica, si nota - nelle scelte dell'inquadratura, nell'utilizzo di viraggi dall'azzurro al seppia e al giallo, nell'uso di cartoni colorati - l'intento del fotografo di togliere alle immagini la durezza della realtà, conferendo loro, come voleva il gusto dell'epoca, un aspetto più pittorico.
Particolarmente interessanti e di grande effetto sono i "bronzetti", nei quali si cercava di ricreare il colore delle statue di bronzo o le stampe in bianco e nero su fondo oro delle quali abbiamo un esempio nella riproduzione di una delle porte dorate del Battistero di Firenze, oppure le stampe colorate in bianco e azzurro e abilmente ritoccate a dare il senso del bassorilievo, per la riproduzione delle opere dei Della Robbia.
Brogi si distinse inoltre per le campagne all'estero: famose quelle in Siria, Egitto e Palestina. Parallelamente, aveva sviluppato una proficua attività di ritrattista: attori, scrittori, pittori, compositori o illustri stranieri. Negli anni di maggiore espansione commerciale, Brogi poteva contare su tre negozi di vendita: a Firenze in via Tornabuoni 1, a Napoli in via Chiatamone 19 bis e a Roma in via del Corso, al numero 419.

Alla morte di Giacomo, avvenuta nel 1881, la direzione dello Stabilimento passò al figlio Carlo, ricordato per l'impegno per il riconoscimento dei diritti legali dei fotografi, che aiutò ad unirsi in categoria e a fare riconoscere la loro attività come "opera d'ingegno", con i relativi benefici legali ed economici.
Carlo è autore anche di un volumetto intitolato Il ritratto in fotografia, uscito nel 1895, che indica alcune regole pratiche che il soggetto fotografato deve seguire perché il ritratto abbia successo, e che mette in risalto i rapporti psicologici che si instaurano tra il fotografo e il fotografato. Tema sempre più affascinante e attuale anche dopo 109 anni. (...continua)

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